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Internet: Storia, Digital Divide, Sviluppi, Opportunità...

Internet : Storia, Digital Divide

Internet : Quando nasce?

Internet nasce nel 1991 quando Tim Berners-Lee, ricercatore al CERN di Ginevra, inventò il World Wide Web.
All'inizio era usato dai ricercatori per scopi didattici.
Nella metà degli anni '90 comincia a diffondersi e raggiunge pubblici sempre più vasti fino a coinvolgere tutto il pianeta, imprese comprese, che hanno intravisto le grandi potenzialità del mezzo.

La sua diffusione planetaria mostra però sviluppi diversi a seconda dei paesi.
In quelli più evoluti, più libertari la sua diffusione è massima. Nei paesi dittatoriali la sua diffusione è ostacolata.
Le forme di censura, di controllo sono diverse e variano a seconda dei contesti.

La mancata o lenta diffusione di internet in Italia è imputabile ad una anomalia tutta italiana.
Se consideriamo internet un media e riconosciamo nell’advertising la fonte principale di sostentamento dell'editore ci possiamo porre alcune domande.

In aula si affronteranno molti temi legati alle opportunità che la rete offre per lo sviluppo della nazione, per la crescita delle imprese, le nuove opportunità di business e di lavoro.

Si partirà dalla recente analisi del Presidente di Confindustria SIT sullo stato Digitale del Paese
Osservatorio Italia Digitale 2.0

I paesi in cui vige la censura

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Benvenuti

AULA 2.0 è il social network dedicato alla formazione e all'insegnamento.

E' aperto a tutti gli studenti, allievi master, dirigenti, imprenditori che desideraono approfondire le tematiche legate al web di natura economico, sociale e culturale.

Ogni docente ha a disposizione la sua AULA2.0 identificata con il proprio gruppo di allievi per svolgere le lezioni sia in aula che on line.

A tutti è consentito contribuire nell'area pubblica.

Post sul blog

Social Network: bella presentazione

Post aggiunto da gianmaria scapin il 12 Marzo 2011 alle 15:00 — 1 Commento

Teledermatologia

<div style="width:425px" id="__ss_7624712"> <strong style="display:block;margin:12px 0 4px"><a href="http://www.slideshare.net/gianpieroriva/teledermatologia-per-le-farmacie" title="Teledermatologia per le Farmacie">Teledermatologia per le Farmacie</a></strong> <iframe src="http://www.slideshare.net/slideshow/embed_code/7624712" width="425" height="355" frameborder="0" marginwidth="0" marginheight="0" scrolling="no"></iframe> <div style="padding:5px… _origwidth="425" _origwidth="425" Continua

Post aggiunto da gianmaria scapin il 14 Febbraio 2011 alle 11:30

Piramide di Maslow 3.0 2010

Post aggiunto da gianmaria scapin il 11 Maggio 2010 alle 10:30

AULA 2.0 ovvero il "beta perpetuo" della conoscenza

In questo QR code (ultimo simbolo del Marketing digitale)sono contenuti i corsi svolti all'interno di AULA2.0



Perchè AULA 2.0
Per coloro i quali l'uso del QR code fosse ancora sconosciuto in attesa del futuro Web Semantico, il web 3.0 e M2M 2.0, accontentiamoci del presente.

Michael Arrington parla di "wisdom of the few" (intelligenza dei pochi), ribaltando il mantra dell'"intelligenza collettiva", che, come uno spettro, si ripresenta a ogni upgrade del web. Con questa espressione, l'autore di Techcrunch sintetizza bene la portata della frattura partecipativa che ha trovato un modello esplicativo e predittivo nella cosiddetta regola dell'1% o "1:10:89", secondo la quale su 100 utenti di una piattaforma ad architettura partecipativa
* solo 1 contribuisce attivamente con propri contenuti;
* 10 partecipano di tanto in tanto alle attività minime della vita di community (commento, ranking, tagging);
* i restanti 89 fruiscono passivamente.

Ciò non toglie che chiunque possa partecipare.

Forse che dalla generazione digital natives si potrà ottenere di più? Ne dubito anche perchè è dalla generazione (digital immigrant) che è nata internet e tutto il suo sviluppo.
Non si vuole ribadire la trionfale retorica della partecipazione che aleggia sul microcosmo dei social media.
AULA2.0 persegue ciò che fin dagli esordi caratterizzò il web2.0. Una user-generated content l'utopia democratica della prima Internet: diventare un'arena tecnologicamente collaborativa e orientata alle relazioni in cui il concetto di conoscenza condivisa, contribuisse alla creazione di quell'intelligenza collettiva traguardo fino ad ora irraggiungibile.

Cito ad esempio il successo di Wikipedia che è stato subito salutato come l'inizio di un nuovo approccio al sapere in cui l'intelligenza di tanti semplici individui che si autocorreggono a vicenda può risultare superiore a quella di un singolo specialista.

Ma non tutti gli individui contribuiscono in prima persona ai processi collettivi; spesso solo un'esigua minoranza determina i comportamenti di una grande maggioranza silente e inattiva. È quanto Pareto aveva sintetizzato nella legge 80/20 secondo cui l'80% degli effetti è spesso determinato dal 20% delle cause.

L'ineguaglianza partecipativa online è cosa nota da tempo. La teoria della Cascata informativa ne è un bell'esempio. Molto interessante la sua applicazione in ambito finanziario partendo dalla teoria del contagio dei pensieri.

Consapevole che «l'ineguaglianza partecipativa c'è e ci sarà sempre», Jacob Nielsen, al solito, ha già pronta la sua ricetta:
1. abbassare le barriere di ingresso, rendendo la collaborazione più immediata e usabile;
2. automatizzare alcuni meccanismi di relazione: come ha fatto Amazon con le raccomandazioni automatiche ("chi ha acquistato questo libro, ha poi acquistato anche questo...");
3. modificare, non creare: per gli utenti è più semplice gestire pratiche predefinite, rispetto a dover produrre contenuti ex-novo;
4. promuovere la qualità, introducendo, ad esempio, il ranking sulla reputazione;
5. premiare chi contribuisce.

In molti ormai riconoscono che il bookmarking collaborativo non è solo questione di economia del dono. Comporta anche elevati "costi" di tempo e di attenzione. È così che, con buona pace delle tecno-utopie democratiche, una nuova frontiera del crowdsourcing sta per nascere.

AULA2.0 non è che un esempio con la costruzione collettiva del sapere tramite collaborazione spontanea, collaborativa, non prestrutturata che porterà, come risultato, all'auspicata inelligenza collettiva.

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I nemici di Internet

Qui trovate la lista nera dei 13 Paesi costretti al silenzio sul Web che definiamo: NEMICI DI INTERNET

Sono questi i Paesi "Nemici di Internet", che fanno parte di una speciale classifica stilata dall'associazione Reporters Senza Frontiere. Paesi in cui ci si può trovare in prigione da un giorno all'altro per aver scritto sul proprio blog o su un sito internet opinioni contrarie al regime.

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